30 settembre 2015

IL COMUNE UNICO? NO, GRAZIE… di Ciro Ferrigno

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Ecco uno scritto del Prof. Ciro Ferrigno che condivido in pieno, solo l’ignoranza della nostra Storia e delle nostre peculiarità puo’ spingere qualcuno ad invocare il comune unico. (Domenico Cinque)

Non c’è nulla di più “antistorico” per il popolo della penisola sorrentina dell’idea di riunire i vari Comuni attuali in uno solo, fatta eccezione per i nostalgici di quella “grandezza” che ha caratterizzato il Ventennio Fascista, di cattiva memoria. È vero che l’edilizia selvaggia degli ultimi cinquant’anni ha quasi saldato gli abitati peninsulari, ma per i cittadini rimane marcato e sentito lo specifico di ogni città che rivendica tradizioni e devozioni, antichità e vocazioni proprie, che finiscono con il connotare il carattere degli abitanti di ogni singolo nucleo. Marittimi Meta, dediti al commercio i carottesi, all’artigianato ed al turismo a Sant’Agnello, al turismo Sorrento. Chiusa ed introversa Meta, aperta ed estroversa Piano, diffidente Sant’Agnello, incline all’ospitalità internazionale con una punta di snobismo Sorrento. Fortemente devota alla Madonna del Lauro Meta, a San Michele ed alla Madonna delle Grazie Piano, all’omonimo Santo Abate Sant’Agnello, a Sant’Antonino Sorrento. Ogni centro abitato ha devozioni, feste, tradizioni popolari e culinarie proprie, sulle quali è caduta la polvere del tempo, come un sigillo. Forti affinità sono rilevabili solo tra Piano con Meta e Sorrento con Sant’Agnello. Grande incompatibilità vi è tra Piano e Meta da una parte e Sorrento dall’altra. Per incompatibilità non intendo nel modo più assoluto disamore o odio, ma mancanza di affinità caratteriale ed incapacità di condividere comuni ideali. Oggi, in nome del “risparmio” o della “modernità” si è tentati di cancellare la storia del territorio. Devono sparire i piccoli comuni, gli altri si devono associare. Sono necessarie tante periferie senza servizi e senza pubblica amministrazione, terreno fertile per clan malavitosi che si formano spontaneamente? Le grandi città italiane ne offrono già infiniti esempi. I politici che si alternano al governo del Paese non hanno capito che la ricchezza dell’Italia è proprio il piccolo, il facilmente gestibile, valida alternativa alla metropoli enorme ed ingovernabile. Le ricchezze storiche, artistiche e paesaggistiche dei piccoli centri dell’Italia, destinati a sparire dalla carta geografica, basterebbero come alternativa alle città soffocate dalle maree di turisti: Venezia, Firenze, Roma, Siena per creare nuovi itinerari e nuove sorgenti di ricchezza. La Svizzera che è un esempio di ottima gestione del territorio, con un’estensione di circa otto volte inferiore all’Italia, ha un numero di comuni che è poco più della metà di quelli italiani. Questo significa che la buona gestione del territorio si fa con l’autonomia amministrativa di ogni città e singolo paese, per piccolo ed insignificante che sia! Mi chiedo perché Sant’Agata sui due Golfi, Nerano, Moiano, Arola non abbiano ancora ottenuto l’autonomia amministrativa, è semplicemente assurdo non dare centralità a paesi di due-tremila abitanti! È assurdo che isole come Stomboli, Vulcano, Panarea, Linosa non abbiano la loro sede comunale, ma debbano dipendere da un’amministrazione a volte lontana ore di navigazione!
L’autonomia di Piano di Sorrento, nasce ufficialmente con la costituzione dell’Università (così si chiamavano allora i comuni) del Piano, suo vecchio nome, il 19 novembre 1542, ma l’anelito della popolazione all’autogoverno è ben più antica, se si considerano le tante istanze per l’autonomia da Sorrento, presentate ai governatori già negli anni 1150, 1218, 1306, 1308, 1491 ecc. e poi le infinite liti e le lotte, durate secoli e secoli. Anche in pieno Ventennio fascista, quando i quattro comuni della penisola formavano la “Grande Sorrento”, nel 1938 Piano e Meta fecero istanza per divi¬dersi da Sorrento, e riavere la loro autonomia. Infatti esiste una delibera (la n° 258 datata 30 luglio), che ha per oggetto un com¬penso al Notaio Palmieri Luigi per la sottoscrizione diretta ad ottenere la ricostru¬zione dell'ex Comune di Piano di Sorrento. Firmarono la petizione ben 2139 persone.
Che su un esiguo territorio insistano realtà diverse e spesso in conflitto tra loro non è cosa nuova. Nessuno ignora il rapporto storicamente difficile tra Capri ed Anacapri nella stessa isola o tra Lauria di Sopra e Lauria di Sotto, nella stessa città, in Lucania. Alla fine, la diversità diventa competizione e sforzo teso al superamento dell’altro e questo si tramuta in un valore aggiunto.
La parola vincente, a mio parere, per la Penisola Sorrentina non è la costituzione di un Comune unico, ma l’affidamento a consorzi autonomi della gestione di materie comuni come i trasporti, la viabilità, il traffico e l’ecologia.
È vero che tutti noi, quando ci troviamo fuori dalla penisola, diciamo di essere di Sorrento, quando poi siamo in altre regioni ci definiamo napoletani e quando siamo all’estero, italiani… Nel mio intimo, però, sono stato, sono e sarò sempre un indomabile carottese!
Il racconto del lunedì di Ciro Ferrigno

29 settembre 2015

FESTA DI SAN MICHELE E… BERSAGLI

20150929_110524In queste ore il web pullula di commenti sulla festa in corso a Piano di Sorrento. Non sta a me giudicare se le critiche siano giuste o sbagliate, quello che però mi urge chiarire è che , a mio avviso, si sta sbagliando il bersaglio. Si critica il Comune quando si dovrebbe criticare l’Amministratore Parrocchiale unico responsabile della fine dei festeggiamenti esterni in onore del Patrono. Ebbene sì, da quando Giosuè Perrella ha lasciato la guida del comitato organizzatore della festa, il “buon” don Pasquale ha posto il veto alla costituzione di uno nuovo impedendo quindi la raccolta di fondi porta a porta, fondi che da sempre andavano ad integrare, anche cospicuamente, quelli messi a disposizione dal Comune. Il nostro amministratore parrocchiale ha più volte ribadito che i festeggiamenti esterni non sono una sua preoccupazione e che possono tranquillamente cessare. Dal 2011 solo la buona volontà dell’amministrazione comunale ha consentito il continuare di una tradizione seppure sotto una veste diversa, non più “festa di San Michele” ma “Pianissimo”, festa laica che però serve a non far morire definitivamente l’usanza di una festività a fine settembre. Quindi quelli che in queste ore sono ingenerosamente sotto attacco sono in realtà coloro che si sono spesi da 5 anni affinchè tutto questo non morisse, ovviamente potendo contare solo sui fondi  comunali (per i motivi che ho spiegato) la festa è stata ripensata. Tutto ciò lo dico da ex Presidente della Pro Loco responsabile della Festa di San Michele dell’anno 2011, quindi per esperienza DIRETTA!
Ritengo utile ripubblicare integralmente un comunicato ufficiale del Comune di Piano di Sorrento dell’anno 2012 in cui si ribadisce ciò che vi ho appena illustrato:

Al fine di portare un attimo di chiarezza sulle polemiche comparse sulla stampa (isolate in verità) e rimbalzate coi soliti noti sui moderni strumenti di comunicazione fortunatamente vicini a un pubblico numeroso ritengo necessaria una piccola riflessione.

Un articolo del 21 settembre  su P.N. riportava   lamentele circa la mancata autorizzazione del parroco e un comitato festa e da qui giù a muovere critiche al parroco a ovviamente al Comune entrando anche inopportunamente in polemica su iniziative poste in essere dal Comune (anche se quella indicata dai lamentanti è stata una lodevole iniziativa, di associazione privata, che non ha ricevuto nemmeno un euro dal Comune) ed altre incomprensibili e banali stupidate circa le manifestazioni di Villa Fondi o un’eventuale gestione della stessa.

Ovviamente gli sciacalli che si buttano sulla preda si sprecano…

In un articolo del 24 settembre P.N.  riportava la notizia che il Comune di Piano di Sorrento aveva deciso sui festeggiamenti da farsi e ancora a sindacare su tempi, momenti e competenze.

Già in quell’articolo rispondendo a volo sul “blocco” della festa  dicevo che la Festa del Patrono era una prerogativa della Chiesa. E lo ribadisco.  “La Parrocchia è l’ente ecclesiastico competente, anche civilmente, ad organizzare le feste religiose in onore dei santi”. Concordato art. 2 c.1 legge 25 marzo 1985 n. 121.

Ecco allora una risposta chiara, univoca e definitiva. Il Comune non può sostituirsi alla Parrocchia per l’organizzazione delle feste patronali.

Del resto, invece di spuntare sentenze…, si ci poteva documentare, senza troppe difficoltà, con lo strumento principe dei nostri tempi “internet”; alla voce Comitati feste patronali in Campania circa 60.900 risultati, in Puglia 106.000 risultati, in Calabria 90.900 risultati… ecc… una megabiblioteca a disposizione… con atti costitutivi, verbali, statuti, regolamenti ecc…(magari nella nostra diocesi capitano ancora casi riportati dalle “Jene” sull’omaggio del Santo al boss…)…

Ancora in alcune diocesi vicine, dove forse è più sentito lo spirito della festa patronale (Diocesi di Amalfi, Diocesi di Teggiano Policastro, …) i Vescovi hanno dato “Indicazioni pastorali per la celebrazione delle feste patronali”; la diocesi di Gaeta ha predisposto per le parrocchie una “Bozza di regolamento sulle feste patronali” , la Diocesi di Salerno ha addirittura regolamentato le feste patronali con un apposito capitolo del Sinodo Provinciale del 2010.

Al Comune di Piano di Sorrento non è dato conoscere le motivazioni di opportunità sulla decisione del Parroco (n.d.r. Amministratore Parrocchiale) di non consentire la costituzione di un comitato per la festa patronale.

Come per lo scorso anno si è deciso di organizzare una festa di fine estate e quindi “non” una festa patronale… per non interferire nelle competenze di altri una festa che tenga presente le risorse di associazioni locali, con un occhio alla tradizione e due occhi alla spesa… sì la spesa!

La principale difficoltà del Comune è rappresentata dalla spesa che, alla fine, grava sui cittadini per cui i cittadini di Piano di Sorrento sono gli unici da tenere in debito conto.

Perciò non c’è bisogno di grande promozione… i cittadini di Piano di Sorrento  lo sanno con immediatezza e tanto basta e avanza…

E poi si apre e si chiude pure la questione della “questua” che è fonte di sospetti mai sopiti, polemiche mai chiuse, mormorazioni mai interrotte.

Allora l’idea della festa di fine estate  nasce dalla volontà e “speranza era di poter coniugare il desiderio di non interrompere la festa tradizionale e offrire contemporaneamente l’opportunità di un evento che avesse come motore trainante le realtà locali in particolare “il commercio”.

Sono molti ad avere la memoria corta e a scalpitare per conoscere tempistiche e modalità organizzative pronti a lanciare sfide e provocazioni.

E’ superfluo notificare che da nessuna parte popolare o categoria di persone od associazione è pervenuta al Comune  una qualche proposta organizzativa in merito ad un’eventuale manifestazione tradizionale, nemmeno da quelli che  si sono presentati come disponibili a salvare la “patria” del resto, a onor del vero,  gli operatori che si sono messi a disposizione lo scorso anno hanno coordinato i fuochi artificiali di fine festa con una partecipazione del Comune di cinquemila euro.

Ci sono sempre e comunque e non potevano mancare sterili polemiche che lasciano sfogo a chi non ha niente da dire o da fare; a noi resta il compito di dare, come sempre, risposte e programmi alla cittadinanza di Piano di Sorrento.

Siccome l’Arcangelo Michele è sempre foriero di buone notizie,  nell’annunciarvi che anche quest’anno  la festa si farà e che ci  sosterrà anche nell’imparare l’arte di lavorare insieme per il bene comune presentiamo il programma per il 29 e 30 settembre 2012 che sarà curato dal Comune di Piano di Sorrento e dalla Pro Loco.

E purtroppo da allora la situazione non è mutata, l’unico auspicio è che si proceda al più presto all’elezione del Parroco (che attendiamo da quasi 9 anni) e dell’amministrazione laica della Parrocchia in modo che almeno queste decisioni (condivisibili o meno) possano essere presi da chi ha la piena legittimazione per farlo!

26 settembre 2015

PROCESSIONE DI SAN MICHELE

   viso 2015 Finalmente il gran giorno è arrivato, domani domenica 27 settembre 2015 la Statua del nostro Santo Patrono tornerà fra la sua gente, percorrerà le sue strade, visiterà le nostre case. La solenne Processione avrà inizio alle ore 18,00 e percorrerà le seguenti vie:

Basilica di San Michele Arcangelo, Via Francesco Ciampa, Via Mariano Maresca, Via delle Rose, Via Ripa di Cassano, Via Madonna di Rosella, Via Bagnulo, Via dei Pini, Corso Italia, Piazza Cota, Corso Italia, Piazza della Repubblica, Via Mercato, Via delle Rose, Via Carlo Amalfi, Basilica di San Michele Arcangelo.

Faccio mio l'invito rivolto a tutti dal nostro Amministratore Parrocchiale (dei carottesi) e vostro Parroco (Vostro di chi? Boh!). In occasione del passaggio della processione sarebbe bello vedere finestre e balconi adornati di drappi (lenzuola, coperte, tende etc.) bianchi. Nella locandina il nostro Amministratore Parrocchiale (dei carottesi) e vostro Parroco (Vostro di chi? Boh!) chiedeva, cito testuale, che ai balconi fossero esposti “merletti preziosamente lavorati e finemente ricamati” io non sono un sacerdote ma sono convinto che San Michele gradirà di più una tela di sacco messa al balcone con il cuore da una famiglia che gli vuole veramente bene e lo rispetta e che forse solo quello puo' permettersi che un merletto preziosissimo messo al balcone tanto per non fare brutta figura o, peggio, per ostentazione. Quindi non vi preoccupate adornate i vostri balconi come meglio vi riesce, ricordate “La Chiesa fedele è povera e non insegue la vanità” (Papa Francesco).

Aggiungo in mio invito personale, dell'evento realizzate quante più fotografie e filmati potete e poi non tenetevele per voi, condividete tutto sui social in modo che  i nostri compaesani lontani possano essere partecipi della nostra festa che è anche la loro. Innondiamo Facebook, Twitter, Instagram etc. etc. di immagini, non preoccupiamoci dei duri e puri che ci diranno che invece di stare lì a fotografare potremmo essere con loro in processione non capendo che l'opera di documentazione e condivisione e una forma altrettanto importante di partecipazione al corteo. Sono certo che tutti coloro che lontani hanno lasciato il loro cuore a Piano di Sorrento ci saranno grati. Ed ora buona domenica di festa a tutti noi.

22 settembre 2015

IL PATRONATO DI SAN MICHELE SU PIANO DI SORRENTO (di Ciro Ferrigno)

11062918_422647061275505_6523865436547911123_o Non è semplice per noi oggi, a distanza di più di mille anni, poter capire le motivazioni che indussero i nostri progenitori ad affidarsi al celeste patrocinio dell’Arcangelo Michele. Ci soccorre la logica nel farci ritenere che tale atto di affidamento sia stato determinato sull’onda emotiva di un fatto eclatante, conosciuto bene da tutti, passato di bocca in bocca e diventato epico e fortemente sentito come proprio. Il “fatto” in questione potrebbe riferirsi alle apparizioni di San Michele sul Monte Gargano in Puglia (490-493) o a quella sul Monte Faito ai santi Antonino e Catello (604-606 circa). Michele è l’Arcangelo che appare sui monti e viene venerato nelle grotte e Piano di Sorrento sembra essere un altare privilegiato, essendo terra di grotte a profusione, circondato da picchi di monti.
Una sola mano o una folla di mani innalzò la Croce su quel tempio pagano dove oggi sorge la Basilica? Alla radice dei nostri giorni, nelle prime pagine della storia carottese c’è questo atto coraggioso che rende la nostra chiesa madre “estaurita” , ovvero consacrata alla cristianità con una dichiarata conversione alla nuova fede, mediante l’esposizione del suo simbolo supremo: la croce. La storia non ci tramanda notizie ed i secoli hanno cancellato le memorie dei fatti e delle vicende di quei tempi lontani. Ma quando San Michele ha espletato il suo patrocinio sulla nostra città? Sono almeno tre le circostanze che vengono riconosciute ed accettate, per quanto il tempo abbia depositato sui fatti stessi la sua aura di leggenda.
Nel 1558 i Turchi mettono a ferro e fuoco Sorrento e Massalubrense. Lasciano una scia di morte, distruzione e saccheggi e centinaia di persone finiscono in prigionia, trascinate in Oriente per essere vendute sul mercato degli schiavi. Il Piano non viene toccato. I sorrentini, sulle prime, incolpano i pianesi, di aver aperto la porta di Marina Grande agli assalitori. Solo più tardi si saprà che è stato uno schiavo moro della famiglia Correale a compiere il misfatto. Gli abitanti del Piano, che nel momento del pericolo hanno invocato l’Arcangelo, lo ringraziano, accendono i ceri e innalzano inni per ringraziarLo. Ancora è l’Arcangelo che nel 1656 protegge Carotto nella tremenda pestilenza che miete centinaia di migliaia di morti in tutto il Viceregno di Napoli. Ventidue morti, e tra questi il parroco don Tobia Cennamo, sono poca cosa di fronte al vortice del male che sembra stingere la nostra terra. La popolazione ringrazia l’Arcangelo ed il pittore Giuseppe Castellano immortala l’evento in una grande tela votiva. Infine, nel 1688, poco prima della disastrosa scossa di terremoto del sei giugno, tutti odono distintamente i tocchi della campana piccola di San Michele, che suona, si saprà, da sola. Era la campana che si usava per allertare la popolazione in caso di calamità naturale o di avvistamento di navi saracene. Pochi minuti, il tempo di scendere in strada ed è l’apocalisse. Crolla in gran parte la chiesa, è distrutto il campanile con le campane, danni ingenti ai fabbricati. La popolazione è certa che l’Arcangelo stesso abbia suonato la campanella ed in pochi anni ricostruisce il tempio, conferendogli il massimo splendore e commissiona la nuova, magnifica statua del celeste protettore.
Quante storie e quanta storia ha inghiottito il tempo? Uomini salvati in mare, malattie risanate, pace ritrovata, voti esauditi, quante cose non sono giunte fino a noi? Ma le testimonianze di fede, fede viva, manifestano l’attaccamento del popolo carottese verso il grande Arcangelo che lo protegge da secoli e secoli, in una gara d’amore con la veneratissima Madonna delle Grazie.
Il racconto del lunedì di Ciro Ferrigno

20 settembre 2015

UN NUOVO SAN MICHELE

Ieri la statua del nostro Patrono e ritornata in Basilica, il restauro è terminato. Mani sapienti hanno curato l’illustre paziente che gli è stato affidato da mani colme di amore per un simbolo e per un culto che risale alla notte dei tempi. Doveroso ringraziare l’Arc. Morte ed Orazione che ancora una volta si è dimostrata attenta ai nostri patrimoni artistici, storici e religiosi. Prima di accudire la nostra Statua più importante avevano già riportato a nuovo splendore la cappella di San Giovanni e quella della Madonna della Libera, aveva restaurato la Statua del Cristo Morto che da troppi anni giaceva corrosa dai tarli in una teca, cosa non meno importante avevano posizionato la lapide che ricorda i nostri 10 morti per il sisma del 1980. Nello spirito del giuspatronato non hanno utilizzato fondi pubblici per questo restauro ma hanno coperto le spese impegnandosi in prima persona, i confratelli “hanno chiesto la Carità, mendicando anche l'euro per chiudere L'Operazione Restauro” (parole testuali del Priore) e di questo dobbiamo esser loro riconoscenti. Forse potevano fare meno fatica se avessero accettato l’aiuto anche di persone al di fuori della loro arciconfraternita in fondo i doveri del giuspatronato riguardano tutti i fedeli (vedi questo post del 1 febbraio 2015) in ogni caso non si puo’ che render loro merito per lo splendido lavoro fatto. San Michele partito sotto la neve è tornata in un caldo settembre, sugli enormi errori commessi nella fase del suo rientro ho già scritto tanto quindi non mi soffermo oltre se non per confermare i miei pareri (cosa buffa è che meriti e demeriti riguardano in buona parte le stesse persone ma questi sono gli inconvenienti di chi cerca di essere sempre onesto intellettualmente). Ieri poi la Statua è stata svelata in Basilica e subito si è notato l’opera della restauratrice. Molti fedeli perplessi faticavano a riconoscere il volto dell’arcangelo e tanti ritenevano fosse stato addirittura ricostruito. Le differenze fra il prima ed il dopo restauro effettivamente sono notevoli, però questo non è sempre un male. Fatte le dovute proporzioni io mi ricordo quando fu svelato il giudizio universale nella Cappella Sistina, anche qui molti criticarono il restauro soprattutto per i colori troppo sgargianti che ora aveva l’affresco, in realtà i restauratori altro non avevano fatto che ripulirlo da anni di sporcizia dovuta principalmente al fumo delle candele restituendoci l’antico splendore dell’opera, bastava solo abituare l’occhio alla nuova immagine ed ora sembra che l’opera sia sempre stata così. Io credo che quando ci si affida ad un professionista bisogna fidarsi di lui, della sua competenza. L’opera di restauro serve anche a restituirci la verità storica di quell’opera togliendo le stratificazioni di restauri precedenti effettuati con mezzi ora antiquati. Io non so giudicare se ora il nostro patrono sia più simile a come fu ideato e realizzato, di certo ha un volto diverso, più austero più consono al Principe degli Angeli, più vicino al guerriero che egli è. Comunque in basso trovate la foto prima e dopo il restauro…. giudicate voi.

prima e dopo

19 settembre 2015

RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA ANIMA

11149558_10208103257725743_4017304476135256955_nPer la giornata di oggi avevo già preparato un post dedicato a chi ritiene la nostra Parrocchia, la nostra Basilica, i nostri simboli una proprietà privata da gestire in base ai suoi capricci. Avrei ricordato un episodio di cinque anni fa finora mai narrato. Era tutto pronto nella speranza di smuovere dalle fondamenta l’animo di noi carottesi poi…. poi una serata ed una notte che ricorderemo a lungo in cui io ho immaginato vi siano simboli e moniti. Ed allora ho deciso di non infierire, che per il momento bastavano gli eventi che sotto i nostri occhi si stavano svolgendo e quindi ripubblico qui il post pubblicato sul mio profilo di Facebook.

“una Croce che rimane in piedi a vegliare sulle macerie simbolo di un paese, di una comunità che vuole e deve rinascere dopo che in due giorni sono stati offesi e vilipesi due simboli della nostra identità, col fuoco e con l'ignoranza hanno devastato in poche ore il cuore stesso di un Paese. Una effige alla cui ombra il paese è nato sia nella sua anima cristiana sia nella sua realtà politica ed amministrativa è stata trattata come si tratterebbe un elettrodomestico che il corriere ti consegna all'uscio di casa - a bene è arrivata la metta li nell'angolo che domani la apro e la sistemo - ed una montagna che è uno dei simboli principali che identificano Carotto ridotta in un ammasso di cenere fumante. Per chi crede al linguaggio dei simboli sono state ore inquietanti. Ora però si deve ricostruire, cambiare, riconquistare la nostra identità partendo proprio da quella  Croce ostinata che è rimasta lì in piedi a gridare con forza che tutto si tiene, tutto si collega. Dove la cultura storica, il RISPETTO per le tradizioni ed i simboli vengono oltraggiati, ignorati, violentati anche il territorio, l'ambiente, la collettività muoiono. Guardiamo quella Croce e con la forza che ci darà da lassù iniziamo a rinascere con coraggio e determinazione, restituiamoci le nostra anima, quella che i nostri padri ci hanno trasmesso in modo da poterla trasmettere alle generazioni che verranno.”

poi ad ulteriore chiarimento ho precisato che

“il mio è un discorso molto ma molto più ampio. Io parlo di perdita di un'anima, di oltraggio alle tradizioni Arrivo ad immaginare, rivestendo di una sorta di poesia una tragedia, la furia di un Arcangelo trattato come una lavastoviglie o una lavatrice che in qualche modo ha voluto risvegliare il popolo che da sempre tenne come popolo suo con il linguaggio a cui la Chiesa da grande importanza, quello dei simboli. L'Arcangelo della luce e del fuoco che esattamente nel giorno in cui viene oltraggiato scatena la sua furia ma lascia intatta una croce, la Croce per cui ha sempre combattuto, la Croce di Cristo ma anche la Croce simbolo della sua Piano. Decide di risparmiarla ed anzi di darle nuova forza e nuovo vigore lasciandola lì come un monito affinché si ci decida a cambiare TUTTO, si ritorni ad un rispetto per le sacre tradizioni e le sacre effigi che i nostri padri ci hanno consegnato. L'angelo della legalità che pretende si ripristini la legalità nella nostra parrocchia. Lo canteremo per nove sere il suo inno in cui tutti noi recitiamo:


Di mille e mille capitan le schiere,
Serrate, per Te pugnano:
Ma, vincitor, la croce
Inalbera Michele, invitto alfiere.


 

Ecco ieri l'Arcangelo ha inalberato la sua, la nostra Croce li su quella montagna, indicandoci con forza la strada da seguire. Ovviamente il tutto è solo una mia visione letteraria, di certo si è trattato solo di una serie incredibile di coincidenze come fu una coincidenza la sua partenza sotto la neve. Ma sì sono solo coincidenze....”

14 settembre 2015

QUALE E' IL TRUCCO?

Ebbene sì, da quando Positanonews ha deciso di inserire il mio nominativo nel sondaggio sulle preferenze dei suoi lettori per il sindaco di Piano questa è la domanda che qualcuno mi ha posto con insistenza. Avrei potuto offendermi, magari mandarlo a quel paese stizzito, ma ho preferito soprassedere, sorridere e perchè no.... divertirmi un pochino.

In realtà non c'è e non ci puo' essere alcun trucco, un singolo utente puo' votare una volta al giorno dato che poi il computer viene bloccato, In realtà il sondaggio ha il suo punto debole proprio nel luogo dove avviene. Svolgendosi su internet è ovvio che chi vota fa parte di questo mondo, un mondo parallelo che non sempre rispecchia la società reale, un mondo che tende a premiare chi su quel mondo opera ed opera bene.

E se guardiamo con attenzione i dati del sondaggio emerge chiaramente questa tendenza, il primo politico di “professione” è Vincenzo Iaccarino che infatti su internet è presente e si muove discretamente. In testa vi è chi scrive ed è mia convinzione che i voti affluiscono in larga da parte da persone che risiedono fuori da Piano di Sorrento con una larga fetta di residenti all'estero, costoro vedono in alcuni miei spazi web (piano200, la pagina facebook dedicata a Piano di Sorrento ed il gruppo Carottesi su facebook) una sorta di cordone ombelicale virtuale che li lega alla terra natia loro o dei loro avi. E' evidente che poi nelle elezioni reali tutte queste persone non votano e quindi non si corre il pericolo di avere come Sindaco una persona come me. Altra persone largamente premiata è Ciro Ferrigno ed anche qui si tratta di una persona che adopera la rete per narrare la nostra terra.

Insomma questi sondaggi non sono altro che un bel gioco a cui io mi diverto a giocare, non nascondo che un simile consenso mi lusinga e ringrazio che giornalmente decide di scegliere il mio nome.

Situazione al 14/09/2015 ore 19,30
per la situazione aggiornata e per votare clicca qui

sondaggio 14_09

13 settembre 2015

IL FORUM DEI GIOVANI DI PIANO DI SORRENTO ORGANIZZA IL “MERCATINO DEL LIBRO USATO”

libri usati È in corso il “Mercatino del libro usato” organizzato dal Forum dei Giovani di Piano di Sorrento, iniziativa senza scopo di lucro finalizzata ad incoraggiare il riciclo dei libri scolastici altrimenti inutilizzati, così da ridurre le spese delle famiglie per l'acquisto di testi nuovi e facilitare il contatto tra la domanda e l'offerta.

Sono previsti due momenti distinti e separati: una prima sessione di consegna dei libri da vendere e una successiva sessione per il ritiro dei libri da acquistare. L'iniziativa è riservata agli studenti che frequentano l'Istituto nautico Nino Bixio e la scuola secondaria di primo grado Amalfi-Massa dell'Istitito comprensivo di Piano di Sorrento, e a coloro che, pur non frequentano tali scuole, siano in possesso dei medesimi testi.

La fase di consegna dei libri è terminata sabato 12 settembre. I libri saranno controllati, catalogati ed inseriti nell'elenco di libri potenzialmente acquistabili, corredato dai recapiti utili per mettere in contatto il venditore con gli eventuali acquirenti.

Le operazioni di acquisto dei libri, invece, saranno aperte giovedì 17 settembre dalle 16.30 alle 20.00, venerdì 18 settembre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 20.00, e sabato 19 settembre dalle 10.00 alle 13.00 (ritiro denaro). Il prezzo dei libri è stabilito dal venditore, le trattative si svolgeranno unicamente con l'acquirente, mentre il materiale invenduto potrà essere ritirato in biblioteca, previa presentazione del modulo di partecipazione, entro 5 giorni, termine dopo il quale i libri saranno donati alla biblioteca o ad associazioni culturali.

L'elenco dei libri da vendere ed acquistare è scaricabile sui siti www.ninobixio.com (sezione “area studenti”, cliccare “Elenco libri di testo 2015_2016”) e www.libreriaraffaello.it (sezione “adozioni scolastiche”, scegliere “Piano di Sorrento” nel menu che si apre e selezionare il nome della scuola “Amalfi-Massa”).

06 settembre 2015

FILM: LA GRANDE GUERRA – Villa Fondi

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MERCOLEDI’ 9 SETTEMBRE – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi

LA GRANDE GUERRA

Un film di Mario Monicelli.

Con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Bernard Blier, Folco Lulli, Silvana Mangano. Nicola Arigliano, Geronimo Meynier, Mario Valdemarin, Elsa Vazzoler, Tiberio Murgia, Livio Lorenzon, Ferruccio Amendola, Carlo D'Angelo, Achille Compagnoni, Guido Celano, Mario Feliciani, Vittorio Sanipoli, Tiberio Mitri, Romolo Valli, Gérard Herter, Mario Colli, Marcello Giorda, Edda Ferronao, Gianni Baghino, Luigi Fainelli, Leandro Punturi, Mario Frera, Gian Luigi Polidoro, Mario Mazza

Guerra, Ratings: Kids+16, b/n durata 129 min. - Italia 1959

1916: Oreste Jacovacci, romano, e Giovanni Busacca, milanese, sono due scansafatiche furbastri e vigliacchetti. Dopo aver cercato invano di imboscarsi si trovano arruolati e al fronte. Da quel momento vivono tutte le disgrazie di una guerra: il cibo pessimo, le marce forzate, il freddo, la paura, qualche piccola distrazione militare, persino un'avventura con una prostituta (la vive il "milanese" Gassman). In una cosa i due sono sempre in prima fila: nell'evitare le grane, piccole o grandi che siano. Riescono a farla franca tutte le volte, ma una notte si trovano per caso in una cascina che viene presa dai nemici. Cercano di scappare travestendosi da austriaci, vengono catturati e proprio in virtù del travestimento potrebbero essere fucilati. Il colonnello nemico promette che li salverà se riveleranno l'ubicazione di un certo ponte di barche sul Piave. I due conoscono l'informazione delicatissima e decidono, per salvarsi, di parlare. Ma il colonnello dice la frase sbagliata e provoca nei due un incredibile rigurgito di orgoglio. È Gassman il primo a reagire, con la famosa battuta, al colonnello: "... visto che parli così, mì a tì te disi propri un bel nient, faccia di merda...". E muoiono da eroi, fucilati. Film importante ed esclusivo, irresistibile per quasi tutti gli aspetti: l'interpretazione di tutti gli attori, la ricerca iconografica, la verità degli episodi e l'attendibilità storica. La sceneggiatura di Age, Scarpelli e dello stesso Monicelli presenta spesso toni comici - Gassman assomiglia molto a quello dei Soliti ignoti - e privilegia la bravura di tutti i caratteristi, anche non attori, come il pugile Tiberio Mitri e il cantante Nicola Arigliano. L'artificio, certamente commerciale, di contrapporre a una situazione divertente una drammatica, si è tradotto, alla resa dei conti, in un arricchimento, anche rispetto ai toni dei grandi film italiani della stagione del neorealismo, capolavori sì, ma spesso cupi e monocordi. Gli anni de La Grande guerra erano davvero quelli d'oro. Il nostro cinema non sarebbe mai più stato a quell'altezza.

IL CANTASTORIE – Villa Fondi

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MARTEDI’ 8 SETTEMBRE – ORE 20,30
Piano di Sorrento – Villa Fondi

IL CANTASTORIE

Grande appuntamento per grandi e piccini con lo spettacolo combinato di Mamme al Centro di Roberta D Esposito col “Cantastorie” e di Ads Spaziodanza Sorrento di Mariana Gargiulo e Maryangela Morvillo con una summa del loro lavoro di quest'anno con gli allievi, per festeggiare i prestigiosi primi 10 anni di attività. Il Cantastorie a cura di Carlo Alfaro, che ha adattato i testi e diretto il laboratorio con un manipolo di giovanissimi attori, racconterà una nuova favola inedita di Ilaria Prezioso, Olga Del Sorbo ed Emanuela del Corso di Baby-sitter di Mamme al Centro, Endas, “Salviamo il Pianeta Terra”. Presentano Carlo Alfaro e Marina Bozza. Ingresso gratuito.

02 settembre 2015

SAN MICHELE CRONACA DI UN RIENTRO….

smichele Finalmente il momento è giunto, il nostro Patrono torna dopo il restauro, partito in un freddo pomeriggio di inverno fra fiocchi di neve rientra in un caldo pomeriggio settembrino. Domani, 18 settembre, lo riavremo fra noi. Fortunatamente siamo tutti consapevoli che a rientrare non è semplicemente una statua ma il simbolo non solo religioso di un'intera comunità che ha deciso quindi di festeggiare il suo ritorno con tutti gli onori. Si inizia stasera, vigilia del suo arrivo, con un incontro in Piazza Cota dove studiosi di storia locale spiegheranno ai bambini delle nostre scuole la storia di quella statua, a cui tutti noi siamo così legati, l'Arcangelo Michele. E' un incontro importante in cui si cerca di seminare in quei giovani cuori il seme dell'amore per il nostro paese e le nostre tradizioni. Terminato l'incontro il Sindaco e l'Amministratore Parrocchiale danno appuntamento a tutti per il pomeriggio successivo dove, nella piazza principale tutti potranno dare il bentornato al Principe delle schiere angeliche.
Le ore volano e per il pomeriggio del 18 settembre Piazza Cota è gremita di carottesi. In prima fila i bambini delle scuole che saranno i veri protagonisti della giornata. Verso le 18 tutte le campane del paese iniziano a suonare a distesa, segno che il grande momento è ormai prossimo. Pochi minuti dopo da Via Casa Rosa si vedono avanzare i lampioni delle confraternite e poco dietro la Statua del Santo con la scintillante armatura che splende alla luce del sole (evidentemente l'automezzo che lo trasportava ha deviato per via Bagnulo ed all'altezza della Gori ha consegnato l'illustre ospite nelle mani dei confratelli). Giunto in Piazza i lampioni vengono consegnati ad alcuni ragazzi delle scuole che insieme con tutti i bambini scorteranno il Patrono sino alla nostra Basilica per un rientro indimenticabile e per un simbolico passaggio delle consegne alle nuove generazioni cui tutti noi consegniamo non solo la Statua ma la nostra storia affinchè siano loro a scriverne nuove pagine all'insegna del rispetto e della tutela delle nostre tradizioni. Appuntamento poi al 27 settembre per la solenne processione…..
Ops.... purtroppo questo è solo un sogno, uno splendido sogno ad occhi aperti. La mia segreta speranza è che qualcosa di ciò che ho scritto si avveri ma temo che il nostro San Michele subirà l'ennesimo affronto: di essere recapitato sulla porta della Basilica come un semplice pacco postale. come si puo' consegnare una lavatrice o un frigorifero. Io non credo che lo meriti, credo che alla fine qualcuno di buon senso decida di dare il giusto e solenne benvenuto al tesoro più prezioso della nostra comunità come fu fatto all'epoca dell'ultimo restauro.... già ma allora vi erano altri sacerdoti.......

NONSOLOTANGO – Villa Fondi

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01 settembre 2015

FILM: UOMINI CONTRO – Villa Fondi

locandina

MERCOLEDì 2 SETTEMBRE – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi

FILM

UOMINI CONTRO

Un film di Francesco Rosi. Con Gian Maria Volonté, Pier Paolo Capponi, Alain Cuny, Franco Graziosi, Mark Frechette. Stavros Tornes, Nino Vingelli, Mario Feliciani, Emilio Bonucci, Daria Nicolodi, Antonio Pavan, Spartaco Conversi, Giampiero Albertini

Guerra, Ratings: Kids+16, durata 100 min. - Italia 1970.

Durante la Prima guerra mondiale, sull'altopiano di Asiago, il sottotenente Sassu combatte nella divisione comandata dal generale Leone, un veterano che dà continuamente prova della sua disumanità. L'inadeguatezza degli armamenti e i tentativi di ribellione dei soldati si susseguono di giorno in giorno nella totale sordità di un alto comando che continua a portare avanti una guerra in cui la vita non ha più alcuna importanza.
All'indagine sullo scontro tra le nazioni, Uomini contro antepone quello tra le classi sociali, spostando l'asse da una prospettiva storico tradizionale verso una più profondamente ideologica. Dal ritratto del sottotenente Sassu, ex studente interventista che una volta al fronte scopre l'assurdità della guerra, come dalla figura del comandante Ottolenghi emerge il tema forte di un'opera troppo spesso liquidata come semplicisticamente pacifista. Sebbene la sceneggiatura di Francesco Rosi, Tonino Guerra e Raffaele La Capria semplifichi "Un anno sull'Altipiano", il romanzo di Emilio Lussu da cui trae spunto, pochi altri film hanno saputo sottolineare la follia di un potere che nel nazionalismo trovava il proprio rafforzamento a discapito delle classi sociali subalterne, mandate al massacro senza alcuna remora. Il generale Leone, in questo senso, non è un folle isolato all'interno della Storia, ma il campione, l'esempio forte, di un sentire aristocratico che, di contro, vedeva il proprio disfacimento nella presa di coscienza del popolo. Filo rosso di una narrazione che ha pagine di grandissimo cinema, il divario tra la massa e la classe dirigente appare in tutta la sua lucida insania anche nell'episodio dei soldati deferiti al tribunale militare e puntualmente liquidati dall'alto ufficiale medico. Sulla strada tracciata da due capolavori antimilitaristi quali Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick e Per il re e per la patria di Joseph Losey, Francesco Rosi racconta la Grande guerra attraverso il punto di vista di chi ne ha saggiato la disumanità e l'orrore, stipandosi dentro a quelle trincee in cui l'iniziale retorica della vittoria veniva meno in favore di una disciplina contraria all'umano. Se a distanza di anni, il concetto è ormai dato per assodato, il merito è anche di Uomini contro.
Mal compreso dalla critica italiana e straniera alla sua uscita, venne letto nella giusta maniera soltanto da felici pochi; tra questi Sandro Zambetti, che, sulle pagine di Cineforum 97-98, ne sottolineava l'importanza educativa: «può arrivare a molti ed ha senz'altro una funzione apprezzabile, servendo a scalzare i monumenti della retorica e della manipolazione patriottica». Accanto al prediletto Volonté a cui spetta una battuta chiave («Basta con questa guerra di morti di fame contro morti di fame» dirà Ottolenghi), Alain Cuny è perfetto quanto inquietante, meno incisivo Mark Frechette, già interprete di Zabriskie Point e destinato ad una prematura morte in carcere. Dopo l'uscita del film, Rosi venne denunciato per vilipendio dell'esercito.

FILM: L’AMORE BUGIARDO – GONE GIRL – Villa Fondi

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GIOVEDì 3 SETTEMBRE – ORE 21,00

Piano di Sorrento – Villa Fondi

FILM

L’AMORE BUGIARDO
GONE GIRL

V.M. di 14 anni

Un film di David Fincher. Con Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Tyler Perry, Kim Dickens. Patrick Fugit, Carrie Coon, David Clennon, Missi Pyle, Sela Ward, Scoot McNairy, Lee Norris, Casey Wilson, Kathleen Rose Perkins, Emily Ratajkowski, Boyd Holbrook, Lola Kirke, Jamie McShane

Titolo originale Gone Girl. Drammatico, durata 145 min. - USA 2014. - 20th Century Fox

Amy e Nick sono sposati da cinque anni. Belli, colti e ammirati, hanno lasciato New York per la provincia, dove la loro relazione languisce e l'ostilità cresce. Dietro di loro la crisi economica che ha messo in ginocchio l'America e interrotto le loro carriere, davanti a loro nuvole nere che minacciano tempesta e guai, grossi guai. Licenziati dalle rispettive redazioni e dalle rispettive ambizioni, Amy e Nick provano a ricostruirsi una vita nel Missouri. Casalinga annoiata e paranoica lei, proprietario di un bar che chiama The Bar lui, la coppia scoppia il giorno del loro quinto anniversario. Amy scompare senza lasciare tracce, se non il suo sangue versato e ripulito in cucina, un tavolo rovesciato in salotto, un diario che non tarderà a essere ritrovato e un marito apatico che fatica a realizzare la sua condizione. Perché i vicini, i media, la polizia e tutti quelli che lo stanno a guardare sono davvero convinti che sia stato lui ad uccidere Amy.
A un primo sguardo Gone Girl sembra una corsa contro l'evidenza. Una corsa per scoprire le ragioni della sparizione di Amy e per dimostrare la colpevolezza di Nick. Perché lui ha tutta 'l'aria' del colpevole. Almeno per la polizia, che cerca indizi e accumula prove, per l'anchorwoman più famosa d'America, che sottopone a un'analisi impietosa la sua vita, per i vicini, che giurano al solito di aver visto e sentito, sicuramente per Amy, che gli ha dichiarato guerra prima di scomparire, formalmente per David Fincher, che orchestra nel tempo di un'ora un thriller meticoloso, un gioco di piste, di cinismo, di follia, di fragore mediatico, di illusione romantica. Ma poi, nell'ora e mezza restante, l'autore ridistribuisce le carte e avvia un nuovo film, una commedia esistenzialista e bicefala che alterna i punti di vista e rivela, dietro la messinscena para-hitchcockiana, il grado zero di una coppia e di un matrimonio dominato dalla paura, il sospetto, il tradimento, il rimorso, la rivalsa. Come la protagonista di Kim Novak anche Amy vive due volte. La bionda (e ideale) spirale dei suoi capelli nel prologo diventa segno del film e tono del film. Accarezzata dallo sguardo di Nick, la testa di Amy dissimula cose che lui vorrebbe talmente conoscere che si decide ad aprire la 'scatola'. L'ultima volta che un protagonista di Fincher ha guardato sul fondo della scatola è stato in Seven, un noir cupo di cui Gone Girl replica il gusto per la messa in scena, la scelta cromatica e l'iniziazione alla verità attraverso la creazione di un mondo parallelo. Un delirante disegno che pone il protagonista di fronte alla necessità di compiere una scelta precisa e irreversibile, una scelta traumatica che gli (ri)apre gli occhi. Per Fincher la strada verso la realtà sperimenta sempre la violenza ed è segnata dal sangue, dalle ferite, dai lividi, quando non dalla morte. Amy e Nick sono come ogni altro personaggio di Fincher figli del loro tempo. A ribadirlo è il regista di The Social Network, una tragedia geek che insieme a Gone Girl dice di noi e della nostra esistenza passata a costruire un'immagine pubblica conveniente. Nella rete (sociale), nella vita reale, nel matrimonio. Amy e Nick fingono superbamente di non vedere che il loro piacere narcisistico è compreso nello sguardo degli altri, nello sguardo di chi li osserva, figuranti frustrati dalla loro felicità senza nubi. Ma alla maniera dei film di Fincher, Gone Girl interrompe la narcosi interiore dei suoi protagonisti, facendo saltare lo schema logico e le previsioni facili, diventando gioco interattivo, dove il presunto assassino diventa vittima e la vittima si fa carnefice, dove c'è solo il male, di vivere e di guardare. Gli spazi dell'innocenza, in quel luogo mentale che è la città per Fincher, sono ristretti e affondano senza remissione chi pensava di (ri)costruire. L'ambiente domestico e il quartiere residenziale immacolato, facciata edificata sopra le rovine di un centro commerciale e della crisi economica, correlano le manie dei protagonisti, interpretano la loro psicologia, illustrano la morbosa estetica della malattia, del decadimento, dell'illusione a cui non sfugge nemmeno il matrimonio con la sua pretesa di durare per sempre. Come desidera diabolicamente Amy, che prosegue il discorso di Fincher sull'emancipazione (e libertà) femminile dopo l'amica di Mark Zuckerberg, che rifiuta la sua 'amicizia' (The Social Network) e l'eroina di Stieg Larsson, che si vendica del suo aguzzino e diventa elemento destabilizzante del liberalismo patriarcale (Millennium). Con Amy, corpo rigido e insensibile, la donna si fa mistero angosciante, pronta a ottenere il suo potere a ogni costo e con ogni mezzo, compreso quello di invischiare la preda in una tela di ragno camuffata da felicità coniugale. Assenza mai così presente e rivelazione bionda dentro un valzer di mostri di cui segna il passo, Rosamund Pike è la perfetta antagonista di Ben Affleck, abbagliante e (im)perturbabile, che trova l'epifania in un sorriso e l'attore dentro il riscatto di un personaggio assimilabile al suo. Trasposizione del bel romanzo di Gillian Flynn, che sceneggia il film, Gone Girl è testimone e giudice di quello che siamo veramente, al di là di tutte le apparenze e della capacità di costruire e abitare un teatro della mente. Teatro in cui si mettono in scena Amy e Nick, fatti davvero l'uno per l'altra, sovrani effimeri e officianti radiosi di una cerimonia barbara, dove i 'fedeli' scattano selfie e contemplano soddisfatti la propria immagine sul telefonino. Dopo aver compreso che in fondo anche per gli altri la felicità è una bufala.

EVENTI A PIANO DI SORRENTO

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