Il 14 febbraio su Facebook veniva pubblicato un bel post dedicato ad un amico che non c’è più e, proprio per la sua bellezza, ho preferito non intervenire subito su un passaggio che non mi trova assolutamente concorde. Ve lo trascrivo:
“E' così: “Essere” Vela, “Essere” Lampione, “Essere” Corona di Spine e così via per ogni simbolo, labaro o croce. Si è Processione, non si può "essere" altro! L’altro è l’escluso, lo spettatore che può solo intuire ciò che si tramanda di padre in figlio, di nonno a nipote. Solo se si è, si possono capire, nel profondo, parole così piene di passione, pronunciate da chi vive il dramma della malattia. Solo se si è, si riesce, chiudendo gli occhi, a vedere ancora Tonino tenere testa, con la sua vela, al vento che da mare soffia forte sulla terrazza della Ripa di Cassano.”
Quindi secondo l’estensore solo il participante puo’ “Essere Processione”, gli spettatori sono esclusi e non possono capire nel profondo la passione per i nostri Riti. Bene a mio modesto avviso la Processione ha senso, esiste, solo se esistono coloro che attendono gli incappucciati a bordo strada, in loro assenza lo stesso corteo perde gran parte del suo significato fino a poter dire che quasi esso non esiste.
Chi mi legge, legittimamente, dirà che è una mia opinione ma mi permetto di sottoporvi un ragionamento legato alla foto che pubblico e che fa parte di un vero book fotografico. Anno 2021, in seguito all’epidemia di Covid i cortei della Settimana Santa non poterono sfilare per motivi di sicurezza. Un solitario incappucciato nella notte di Venerdì Santo decide di prendere una statuina dell’Addolorata e percorrere in solitario le vie del paese. Gesto bellissimo e nobile, già effettuato con le stesse modalità nel 2020 ma portando una croce. Ma pensateci bene… di quei due gesti “solitari” vi sono le fotografie quindi se ne deduce che l’incappucciato proprio solitario non era perchè vi era qualcuno a scattarle, quel qualcuno non era di certo lì per caso ma o era un altro confratello o, più probabilmente, un fotografo chiamato dall’incappucciato solitario (che credo sia lo stesso che il 14 febbraio ha pubblicato il bellissimo post). Ora è del tutto evidente che agli occhi del confratello mica tanto anonimo il gesto che lui compiva senza un pubblico non aveva senso e quindi si è premurato di chiamare qualcuno affinchè con le fotografie il suo “corteo” avesse un pubblico seppur a distanza. Lui in quel momento, seppur inconsciamente, sentiva che la Processione, sia di uno o di mille persone, necessità per essere pienamente compiuta del pubblico. Altro che esclusi, gli spettatori sono la Processione al pari di chi sfila, e proprio quelle foto sono la testimonianza inconfutabile che anche lui la pensa così ma non ha la forza di ammetterlo! Dico di più, l’intera Piano “è Processione”, chi sfila come chi attende il passaggio, chi canta come chi in silenzio attende lo sfilare dei cortei da finestre e balconi e TUTTI possono sentire nel profondo il significato e la solennità di quei Riti, il discrimine non è la partecipazione come incappucciato o corista ma nella sensibilità personale. State pure tranquilli che anche tra coloro che sfilano ci sono persone che nel profondo non hanno mai capito l’importanza di quel gesto! Sempre il Covid ci ha dimostrato con i fatti che Piano è, nella sua interezza, Processione e l’assunto è di facile dimostrazione. Sempre anni 2020 e 2021, assenza dei cortei, ebbene in tantissimi in quei tristi giorni si organizzarono in proprio e dai balconi e dalle finestre fecero echeggiare i suoni della nostra Settimana Santa alle ore che avrebbero visto i cortei passare nelle loro vie. Al tramonto del Giovedì Santo, nella notte e nella sera del Venerdì Santo fu un risuonare di via in via, di parco in parco dele note del Miserere e del Calvario, del Genti Tutte e del Fra Immensi, un grande gesto di amore di un popolo verso le proprie tradizioni e la propria storia. Tutto ciò mentre qualche addetto ai lavori definiva queste iniziative dei “surrogati” evedintemente capendo poco o niente di questi Riti, lui si escluso ed inutile! Inoltre chi ha pubblicato quel post scrive che l’amico scomparso continuerà a sfilare con i propri confratelli, anche in questo caso scopre cose che molti di noi sapevano da tempo. La processione visibile è solo una picolissima parte della processione che realmente sfila, insieme agli incapucciati contemporanei sfilano ogni anno tutti gli incappucciati che nel passato e nel futuro hanno indossato o indosseranno il sacco, ai bordi delle strade oltre agli spettatori contemporanei ci sono ogni anno i carottesi passati e futuri, gli avi di secoli fa insieme ai nipoti che verranno fra mille anni sono lì presenti in una notte magica ed unica. Negli due anni del Covid essi sfilarono da soli invisibili ai più ma vivi e presenti per noi carottesi come lo sono e lo saranno per sempre. Questa è la magia dei nostri riti e delle nostre tradizioni!
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