14 aprile 2022

LA NOSTRA PASSIONE, LA NOSTRA PASQUA

Dopo due anni di attesa tornano a riempire le nostre strade ed i nostri cuori gli incappucciati. Oggi, giovedì Santo, i lampioni dell'Annunziata torneranno a riaccedersi come fanno da più di quattro secoli, idealmente si riannoderà quel filo col passato secolare della nostra Storia che si era interrotto per la pandemia. Dopo i cortei dei giorni scorsi, giovanissimi (i Luigini) o in ogni caso di recente costituzione (qualche decennio di vita al confronto dei secoli di Storia sono un battito di ciglia), da stasera ritroveremo le tradizioni che ci giungono da lontano, tramandate dei nostri avi e custodite con cura permettendo ad esse di arrivare sino a noi.

Le Processioni degli incappucciati hanno in se due apetti ugualmente importanti: la Fede e il significato storico-culturale. Sono due aspetti che convivono nello stesso Rito ma sono nettamente distinti. L'aspetto religioso riguarda principalmente chi ai cortei partecipa o, meglio, una parte di essi. E' un aspetto abbastanza semplice da spiegare e far assimilare anche a chi si avvicina alle Confraternite per la prima volta ed è quello che a me personalmente interessa meno. 

Più complesso è l'aspetto storico-culturale tanto che spesso sfugge nella sua essenza profonda anche agli stessi addetti ai lavori. Per rendersene conto basta  guardare qualche filmato che le stesse confraternite postano on line in cui, quasi con fare dispregiativo, si sottolinea come non bisogna considerare la Processione come uno spettacolo per cui non si paga il biglietto o da fotografare per immagini che durano al massimo fino a Pasqua ed invitano ad essere la processione. Orbene da ciò si evince come, chi ha scritto quei testi, non si renda conto che, dal punto di vista folklorico (nel senso più nobile de termine), le persone a bordo strada, sui balconi, alle finestre sono parte integrante di quello spettacolo o, meglio di quel Rito identitario. Tutti in quel senso sono la Processione, lo sono perchè insieme rinnovano un appuntamento secolare con la propria Storia, la propria identità. Forse inconsapevolmente gli stessi esponenti delle Confraternite se da un lato rivendicano il valore penitenziale delle Processioni nei fatti cercano il pubblico come componente essenziale che in qualche modo completa il Rito. Basti pensare alle ultime due settimane sante in cui incappucciati isolati hanno percorso nella notte le vie e le piazze del paese recando qualche simbolo della Passione ma avendo l'accortezza di farsi accompagnare da qualcuno che riprendesse il pellegrinaggio. Ecco la necessità di render partecipe tutti di quello che avviene, di testimoniare che l'appuntamento con la Storia si è perpetuato, che il filo con i nostri avi ed i nostri discendenti non si è interrotto. Loro stessi scrivono che non erano soli ma insieme con loro hanno sfilato i propri avi ed i figli dei propri figli.... questo nulla ha a che vedere con al penitenza e la fede ma è un chiaro, forse inconscio, certamente laico, riferimento al significato storico di quei cortei. Insomma il giovedì ed il venerdì santo per tutti noi carottesi è un viaggio nel tempo in ore senza tempo, ferme nella storia, in cui passato, presente e futuro sono uniti in qualcosa di trascendentale che solo a chi ha le proprie radici qui è dato capire fino in fondo. Questo è il grande problema, mentre l'aspetto religioso si può trasmettere a chiunque affinchè lo comprenda, il lato storico-culturale per quanto lo si possa spiegare non sarà mai comprensibile a chi non ha le proprie radici a Piano, a chi non ha vissuto da piccolo per mano dei genitori  l'attesa del corteo, la spiegazione dei simboli, l'imparare a memoria il testo del coro. Sono tutte immagini che in questa notte tornano ai nostri occhi vive e reali, per qualche ora saremo in compagnia del nonno o di nostro nipote che nascerà fra decine di anni, sentiremo la voce di papà che ci spiega i trenta denari o la Veronica anche se ormai manca da decenni. Una magia, un incantesimo che pochi possono capire e vivere e che solo gli incappucciati sanno regalare. Ripeto per chi non è nato qui non si sforzi di capire, ci prenda pure per matti e visionari, per romantici illusi, noi tutti carottesi sappiamo che non lo siamo, lo sappiamo e questo ci basta.

Buona Settima Santa, la nostra Passione, e buon Venerdì di Parasceve, la nostra Pasqua....

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