23 settembre 2018
15 settembre 2018
SAN MICHELE E SAN MICHELINO
Oggi parto da lontano, da quando ero piccolino e frequentavo le scuole elementari con le Suore Agostiniane. A noi alunni tra le tante cose che ci insegnavano vi era anche la figura del nostro Patrono San Michele, ci portavano ad ammirare la statua in basilica e ci spiegavano come l’Arcangelo che ci protegge fosse il più potente fra gli angeli, che era il capo delle schiere angeliche, il guerriero per eccellenza in difesa del Bene. Nulla c’era di “coccoloso” nella sua figura, sotto i piedi ha Satana (in altre statue possiamo trovare un drago o un serpente) e deve incutere soggezione con la sua potenza. Ecco da bambino ci hanno insegnato questo ed hanno fatto bene perché noi ci sentivamo sicuri sapendo che a proteggerci c’era l’Arcangelo per eccellenza, il capo dell’esercito celeste.
Ma anche da adulti abbiamo sempre venerato il nostro Patrono con parole che dimostrano la sua immensa potenza. Durante la novena cantiamo da molti decenni “il mare fu sconvolto e la terra tremò l’Arcangelo Michele scendeva dal cielo” e l’inno che riporto integralmente
Gloria e virtù de l'almo Genitore, Gesù, vita de l'anime
Tra gli angeli, ministri
Del tuo volere, a Te, rendiamo onore.
Di mille e mille capitan le schiere,
Serrate, per Te pugnano:
Ma, vincitor, la croce
Inalbera Michele, invitto alfiere.
Egli del drago infrange la cervice,
Cacciandolo nel tartaro:
Ei fulmina dal cielo
Col capo la ribelle orda infelice.
De la superbia contro il triste duce
Seguiam l'invitto Principe:
Dal trono de l'Agnello
Di gloria a coronarci ei ne conduce.
Sia gloria al Padre Dio, che a salute,
Pel ministero angelico,
Guida del Figlio i nati,
Che il Santo Spirito segna in sua virtute.
Poi improvvisamente quest’anno il potente guerriero mi si trasforma in San Michelino, un nome creato ad uso e consumo dei bambini che toglie ogni timore per il capo delle schiere angeliche, per la sua immensa potenza, trasformandolo in non si sa bene cosa. Personalmente ritengo questa scelta partorita da qualche mente geniale un’offesa a tutto ciò che l’Arcangelo Michele rappresenta, non si puo’ trasformare il Guerriero a difesa del Bene in una sorta di pupazzetto da coccolare. Giustissima l’idea di approntare una statua più piccolina da poter facilmente avvicinare ma le sue dimensioni non possono e non devono modificare il significato di ciò che essa rappresenta edulcorandolo. Questa è la mia opinione da carottese che ama il suo paese e le sue tradizioni.
12 settembre 2018
08 settembre 2018
05 settembre 2018
03 settembre 2018
LA MEMORIA DI CAROTTO
Ci sono giorni in cui un intero paese sente di aver perso qualcosa, qualcosa di prezioso ed unico. Ecco ieri Piano ha perso centinaia di concittadini e decine di monumenti, no non è stato un attentato, tutte quelle persone e quei monumenti non esistevano fisicamente già da tempo ma vivevano ancora nella memoria di chi li rendeva protagonisti di racconti che narravano di tempi lontani, di tradizioni, di personaggi protagonisti di quella storia minore che però fa parte delle nostre radici. Con la scomparsa del Comandante Iaccarino quei personaggi, quei luoghi sono persi per sempre, sono definitivamente morti. Un patrimonio di cultura e di conoscenza andato perso per sempre.
Negli anni 70 ed 80 a Piano esistevano dei veri supereroi della cultura. Come Superman si mascherava da giornalista i nostri agli occhi di tutti erano un tipografo ed un commerciante ma in realtà erano il vero motore culturale dell’intera penisola sorrentina. Lorenzo Piras ed il Comandate Pietrantonio Iaccarino hanno ideato e realizzato manifestazioni indimenticabili, basti ricordare le mostre natalizie di artisti locali realizzate nella galleria di Corso Italia che hanno permesso di far fiorire i talenti locali della pittura e non è un caso che dagli anni 90 di artisti della levatura Caliri, Rancatore, Stinga, Vinaccia, Coatti, Bavenni e mio padre (e di certo ne dimentico qualcuno) non ne abbiamo più visti. Veri mecenati moderni dedicavano il loro tempo libero ad aiutare gli artisti. Ricordo le serate trascorse in galleria in compagnia di papà e dei suoi amici pittori in un clima goliardico tra battute e buon cibo. Il Comandante metteva gratuitamente a disposizione locali, energia elettrica, cavalletti e quanto altro potesse servire alla buona riuscita dell’esposizione.
Lascio ad altri ricordare, se lo vorranno, quanto egli ha fatto in silenzio per le confraternite.
Oggi Piano di Sorrento è molto più povera, un pezzo della nostra storia ci ha salutato ma questo deve spronarci a raccogliere le memorie storiche di chi puo’ raccontarci ancora di tempi lontani e delle nostre belle tradizioni prima che svaniscano per sempre. Ci sono ancora persone che hanno tanto da raccontarci (non voglio fare nomi ma ne ho in mente almeno un paio), basterà saperli ascoltare.
01 settembre 2018
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