VILLA FONDI – LETTERA APERTA AL SINDACO DA PARTE DI ANTONINO DE ANGELIS
Illustre Sindaco, per il cortese invito dei promotori, esteso all’Associazione che rappresento, nella serata del 29 agosto., ho avuto il piacere di partecipare all’incontro dedicato al dibattito sulla futura destinazione di Villa Fondi, Nel corso della serata, ho avuto modo di esprimere il mio pensiero in ordine alle questioni emerse e alle iniziative proposte. Intervento, solo in parte messo in rete dai mezzi di informazione, che intendo qui confermare nell’estensione complessiva dei suoi contenuti. Intanto ricordo bene, quale membro della commissione edilizia comunale, l’entusiasmo con cui l’unanimità dei presenti approvò il progetto di ricostruzione dell’edificio distrutto dal terremoto, meritoriamente acquisito al patrimonio della collettività locale. Ricordo anche le aspettative che quella destinazione diffuse fra i cittadini di Piano e dell’intero circondario. Dopo venti anni dall’apertura della struttura occorre riconoscere che gli obbiettivi, posti a base di quella lungimirante decisione, sono stati ampiamente conseguiti grazie alla cura delle amministrazioni comunali che si sono succedute nel corso del tempo. L’effetto positivo di quell’investimento e di quelle cure è documentato proprio dalla numerosissima presenza delle associazioni operanti nei vari settori della cultura e della socialità; quelle stesse che nel corso della riunione hanno manifestato la giusta preoccupazione. Il comune di Piano, fra quelli della penisola sorrentina, è quello che oggi registra la più vivace e diffusa attività culturale proprio perchè, non a caso, è il comune meglio dotato di strutture capaci di stimolarla. L’attiva biblioteca, la sala congressi, il Palazzo della cultura di Villa Fondi col suo museo archeologico e con il suo parco pubblico sono i luoghi e gli strumenti che negli ultimi venti anni hanno stimolato e accompagnato la crescita non solo delle associazioni e degli operatori ma anche (ed è questo il dato più importante) l’evoluzione civile di tutta la comunità. Alla luce di tale risultato riteniamo, quali operatori culturali, che depauperare un così ricco patrimonio, mutilandolo dell’elemento decisivo anche per il futuro sviluppo del paese, sia cosa poco saggia. Privatizzare il complesso di Villa Fondi per destinarlo ad attività diverse da quelle costitutive significa declassare insieme all’offerta culturale lo stesso processo di emancipazione del paese. E’ del tutto evidente che l’amministrazione comunale nell’autonomia e nella sovranità che le deriva dall’ampio mandato popolare potrà legittimamente assumere ogni decisine che ritenga essere utile (a torto o a ragione) all’interesse della collettività. Tuttavia, proprio in virtù della diffusa sensibilità rispetto a quegli elementi che ne hanno determinato la crescita, pensiamo sia opportuno, da parte degli amministratori, sospendere ogni decisione e aderire a un confronto costruttivo atto a ricercare soluzioni idonee per confermare il complesso nella sua funzione originaria. E’ nostra opinione, avendo i “pianesi” estromessa la politica degli interessi privati dalla gestione della cosa pubblica che in passato ha avvilito il comune di Piano di Sorrento, che oggi sia possibile un ampio e libero confronto esteso alle istanze di base impegnate nella diffusione dei saperi e dei valori del territorio. Una discussione che non sia improntata alla retorica dei luoghi comuni ma tendente, come tutti hanno manifestato nel corso della riunione, a risolvere i problemi pressanti della gestione e dei costi, consapevoli che la gestione delle attività culturali necessita di strutture e capacità organizzative qualificate e pertanto bisognose di risorse. Ci sia nello stesso tempo, ed è questo il nostro auspicio, la consapevolezza che non tutto (e non sempre) debba risolversi a titolo gratuito anche se l’istruzione, comunque conseguibile, è un diritto che lo Stato deve garantire per tutti. L’Italia, è noto, è il paese più ricco di beni culturali con la più alta incapacità di farli produrre anche in termini economici. Dimostrino le associazioni che si sono riunite in comitato la loro determinazione su questo versante nel momento in cui occorre affrontare i temi concreti della manutenzione e dei costi. Non protesta e rivendicazione bensì idee e proposte. Non contrapposizione ma collaborazione e condivisione delle responsabilità. Sull’altro versante, a nostro parere, è indispensabile che l’Amministrazione comunale rinunci alla prassi dell’alienazione generlizzata di beni per ragioni di bilancio. Del resto privatizzare un’opera pubblica, realizzata con fondi pubblici e coi benefici normativi e fiscali concessi anche in deroga alle leggi dello Stato, rappresenta un’operazione spesso rischiosa destinata a mortificare quelle necessità cui è destinata a soddisfare. Nel caso in discussione si tratta di un investimento dello Stato che ha pienamente corrisposto e soddisfatto le aspettative dell’utenza, un investimento altamente produttivo in termini di sviluppo culturale e civile della comunità. Ecco perché qualsiasi altra diversa destinazione, oltre ai rischi legati alle incognite del mercato, rappresenta una perdita in termini di crescita sociale e comporta nello stesso tempo la rinuncia ad attivare un diverso modello di sviluppo basato sul circuito virtuoso e produttivo dei beni culturali. Un tema di cui spesso si parla ma nessuno, fino ad oggi, si è impegnato ad affrontare fino in fondo. In penisola sorrentina (e anche a Piano di Sorrento) molte sono le esperienze illuminanti in questo senso che, se analizzate con attenzione, dovrebbero indurre Lei signor Sindaco e la giunta municipale ad abbandonare il progetto in esame. Per tutte ricordiamo la vicenda del Parco Ibsen a Sorrento che per molti aspetti riproduce profili e interesse analoghi a quelli di villa Fondi. Anche li una villa comunale realizzata con fondi pubblici, è stata affidata ai privati ed è stata destinata ad attività di ristorazione e di svago a pagamento, ciò in quel sito dove un ristorante non sarebbe stato mai consentito, anche perché (come a Piano di Sorrento) non indispensabile alla collettività. Oggi i cittadini di Sorrento – beffati - sono costretti a guardare dall’esterno il “loro giardino” costruito per soddisfare le loro necessità e con il danaro di tutti. Ciò francamente è inaccettabile. Noi in verità siamo certi, ben conoscendo la sua saggezza e la sua sensibilità verso i valori autentici del territorio e della società che rappresenta, che l’amministrazione di Piano di Sorrento, così come ha saputo dotarsi delle strutture sopra elencate impegnandosi nello stesso tempo a sostenere le innumerevoli iniziative culturali (fra cui anche quelle della nostra Associazione), saprà avviare un percorso innovativo facendo leva proprio sul quel potenziale e su quei valori storici e ambientali così bene messi in luce negli ultimi anni. Con questa nota il Centro Studi e Ricerche F.M. Crawford, memore delle numerose iniziative realizzate a Villa Fondi con il decisivo contributo dell’Amministrazione comunale, FA VOTI a che sia scongiurata questa svolta negativa e si impegna a fornire, come sempre, il suo modesto contributo. Con gli auguri, anche a nome del direttivo e degli iscritti, invio rispettori saluti.
Sant’Agnello 2 settembre 2013 Il Presidente Antonino De Angelis
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