Lunedì, ormai tutti lo sanno, in biblioteca si è tenuto l’incontro tra il Sindaco e il popolo di Piano per discutere insieme sul futuro di Villa Fondi. Ho letto su questo incontro molte riflessioni e considerazioni molte condivisibili alcune che invece mi convincono un po’ meno. Siccome non mi piace nascondermi dietro il parere di altri provo a darvi il mio punto di vista.
L’incontro di lunedì è stato un grande esempio di democrazia diretta, il popolo ha chiamato il suo sindaco non per criticarlo, non per chiedergli favori ma solamente per discutere insieme di una proposta di privatizzazione (semplifico molto ma tanto per esser chiari) di un gioiello di famiglia. L’intero incontro si è svolto in un clima sereno e costruttivo, chi voleva ha detto la sua ed il primo cittadino ha ascoltato con attenzione tutte le proposte e le osservazioni per poi darci il suo punto di vista e prendere precisi impegni (anche se ancora insufficienti).
La sintesi dell’intera serata è facile da farsi, la popolazione è contraria alla privatizzazione massiccia di Villa fondi ed, al limite, potrebbe valutare una concessione solo di aree limitatissime (area serra, bouvette e pochissimo altro, tassativamente escluso il parco e la terrazza) a degli imprenditori privati che, in ogni caso, non siano i promotori del progetto in esame. Il sindaco molto più genericamente ritiene l’attuale progetto non approvabile ed implicitamente fa intendere di non chiudere le porte ad un’eventuale rinegoziazione dello stesso che lo renda più digeribile magari utilizzando a tal fine il lavoro di un tavolo composta da maggioranza, opposizione e rappresentanti del comitato.
Quindi un piccolo passo avanti si è fatto ma siamo solo all’inizio di una lunga lotta.
Ed ora veniamo al mio modestissimo parere. Credo che il primo passo per poter poi dar vita ad un tavolo comune-comitato è il passaggio in consiglio del progetto attuale e la sua bocciatura. Da questo non si puo’ prescindere! Senza questo passo fondamentale l’indecente progetto resterebbe dormiente pronto a risvegliarsi come un orrendo zombie, assorbirebbe le modifiche proposte dal tavolo e sarebbe pronto per essere approvato. L’invito del sindaco al comitato di inviare le proposte anche agli imprenditori che volevano allungare la mani sulla villa mi è sembrato un po’ come l’invito ad una famiglia che sorprende dei ladri che le sta svaligiando la casa dei suoi gioielli più belli a non cacciare i furbetti a calci nel sedere ma, invece, a sedersi con loro e concordare che magari il collier e il braccialetto li lascino a loro posto e si prendano “solo” l’anello, il televisore e qualche cucchiaino d’argento. Mi spiace ma ora che quei signori sono stati colti con le mani nel barattolo della marmellata devono solo sparire da qualsiasi progetto su Villa fondi. Se volevano il parere della popolazione potevano pensarci prima, presentare il progetto al comune e SUBITO DOPO affiggere un bel manifesto col loro progetto e chiedere a chi avesse idee od osservazioni a fargliele pervenire. Formalmente ha ragione il sindaco quando dice che il comune è, sulla carta, una casa di vetro in cui bastava chiedere per ottenere notizie, ma chi, sano di mente, si prende la briga di passare ogni settimana per la casa comunale a chiedere se per caso qualcuno ha presentato qualche progetto per privatizzare un “bene comune”. Se così fosse da domani diamoci il cambio ed ogni giorno uno del comitato, a turno, si reca presso il comune a chiedere se per caso qualcuno vuole privatizzare qualcosa (Piazza Cota, Villetta comunale, etc. etc. etc.). La realtà è diversa, quel manifesto di cui sopra lo avrebbe potuto affiggere anche l’amministrazione appena avuto notizia del progetto…. ed invece niente, i cittadini lo hanno dovuto scoprire da soli, appena in tempo! Ora, colti gli imprenditori in castagna, il minimo è pretendere che SPARISCANO!
Quindi il primo passo è portare subito il progetto in consiglio e rigettarlo senza se e senza ma. Poi ben venga il tavolo di lavoro che proponga una soluzione che preservi la fruizione incondizionata della Villa così come avviene ora e limitando le concessioni a singoli servizi quali bar, sala convegni senza che ciò impatti sul parco e la terrazza della villa. Il tavolo trovi ovviamente anche una soluzione al bisogno di fondi per la manutenzione della villa, questione non complicatissima in quanto in questi giorni alcune soluzioni sono state già proposte (5 per mille, piccola tassa di scopo, rendimento dei matrimoni civili). Siccome però nemmeno il comitato rappresenta tutta la popolazione, qualsiasi decisione questo tavolo di lavoro prenda essa poi deve passare al vaglio di tutti i carottesi mediante un referendum che si potrebbe tenere in concomitanza con le prossime elezioni europee.
Questo è il mio modestissimo parere, da carottese che vuole bene al suo paese e che non ama nascondersi dietro un dito, che sa che il mondo lo abbiamo preso in prestito dai nostri figli e che bisogna renderglielo nelle migliori condizioni possibili. Quindi non abbassiamo la guardia, vigiliamo pronti a nuove mobilitazioni.
(Il curatore del blog Domenico Cinque)
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