Gianni Vattimo presenta il libro “Non Essere Dio” con il quale festeggia i suoi settant’anni e si racconta. Un bilancio esistenziale ma più ancora, un vero e proprio romanzo autobiografico, in cui ironia e autoironia, tratti caratteristici del personaggio Vattimo, scongiurano il rischio di autoanalisi noiose.
L’invenzione del Pensiero debole, l’esperienza politica, il complesso rapporto con il cristianesimo, l’omosessualità sono alcuni dei passaggi raccontati con un linguaggio comprensibile e mai banale, privo di tecnicismi filosofici. Nel libro, l’Essere di cui parla Vattimo, si presenta con i tratti di indebolimento, alleggerimento e ironia tipici della post-modernità: significativo è l’incipit del libro in cui l’autore inaugura i suoi settant’anni con una capocciata, letterale e non metaforica.
E’ un racconto in primissima persona, ma anche un romanzo a quattro mani, grazie al fondamentale apporto dello scrittore Piergiorgio Paterlini, che riesce a trasformare le tappe di una vita impareggiabile in una storia che si sviluppa fra normalità ed eccezionalità. Un romanzo che si colora via via di umorismo, rabbia, poesia, tenerezza, dolore, passione dove si assiste al nascere e allo svilupparsi di un pensiero originale riconosciuto in tutto il mondo, costantemente intrecciato alla vita quotidiana, alla storia, alla società. Un'intera epoca passa davanti ai nostri occhi filtrata dallo sguardo e dal pensiero di chi l'ha vissuta.
In “Non Essere Dio”, c’è quindi la verità di una vita che si mette a nudo con un abbandono commovente nel colloquio umano, tra un filosofo e uno scrittore; è un'opera di grande originalità dove la voce narrante alla fine è una sola e dove i fatti narrati sono lo strumento che veicola il messaggio forte dell’autore: vita e filosofia non possono essere disgiunte: «La filosofia, da sempre, per me deve essere utile, è strettamente intrecciata alla vita» dice nel libro a pag 26.
Diviso in tanti brevi capitoli il libro può essere anche letto seguendo percorsi diversi: le esperienze private e quelle determinate dal suo essere un filosofo di successo da almeno 40 anni, conteso per convegni e confronti dalle Università di tutto il mondo; le amicizie e le inimicizie intellettuali; l'impegno politico; la personale rilettura del cristianesimo e della religione; l'evoluzione del pensiero con l'originale proposta del pensiero debole che, a differenza di quello che l'espressione sembrerebbe suggerire (Vattimo ama ossimori e paradossi), è una forte proposta filosofica, "esistenziale e politica, di libertà, di liberazione".
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