Spesso le nuove tecnologie vengono poste in antitesi alle tradizioni, in realtà come ogni innovazione l’impatto che essa ha sulla realtà di ogni giorno dipende dall’utilizzo che se ne fa.
Nel 2008, quando su Facebook eravamo poco più di quattro gatti, fondavo il gruppo “Carottesi su Facebook” con l’idea di unire in luogo virtuale tutti i cittadini di Piano di Sorrento per discutere del nostro paese. Quasi subito però mi accorgo che giungevano iscrizioni dalle nazioni più disparate di nostri connazionali all’estero interessati a rimanere in contatto con la terra che diede i natali ai loro avi. Molti di essi non erano mai stati a Piano ma lo conoscevano dai racconti dei nonni emigrati agli inizi del secolo, l’italiano che parlano è in realtà il dialetto napoletano, ma grazie alla finestra che avevo aperto finalmente si sentivano vicini al paesello dove avevano le radici. In realtà già nel 2006 inaugurai il sito www.pianoincipit.com dove per la prima volta portai sulla rete le immagini ed i suoni dei Riti della Settimana Santa e delle nostre belle tradizioni, di conseguenza iniziai a popolare il gruppo Facebook con queste immagini. Con mia grande sorpresa iniziano a contattarmi alcuni compaesani residenti all’estero desiderosi di saperne di più su ciò che vedevano per la prima volta, il seme lanciato (involontariamente) aveva trovato terreno fertile. In particolare un italoamericano, Patrick O'Boyle, i cui avi partirono da Trinità per gli Stati Uniti di America, inizia a documentarsi sulle nostre usanze e si ripropone di radicarle nella comunità di italoamericani. Già da qualche anno per la domenica delle palme realizzano e benedicono i rametti di ulivo ornati dai caciocavalli (reperiti con le immaginabili difficoltà) come in penisola sorrentina ma ora mi è giunto un messaggio che ha dell’incredibile e che vi propongo:
“Per una immensa grazia dal Dio, abbiamo trovato questa statua della Addolorata (impossibile da trovare in America) che è stata in una chiesa da poco chiusa al culto. Se Dio vuole, l'anno prossimo faremmo la visita ai sepolcri giovedi santo nella tradizione antica, e faremmo una processione dell'Addolorata e Gesù Morto venerdì santo per la sera.”
Incredibile come un piccolo seme lanciato dieci anni fa dal sottoscritto in un social quasi deserto all’epoca possa produrre un simile risultato che definirei senza dubbio storico. Se tutto procede bene, grazie alla buona volontà ed alla caparbietà di Patrick, l’anno venturo i nostri connazionali in America potranno far rivivere le tradizioni carottesi in una terra così lontana, per una sera si sentiranno a casa, una casa che forse non hanno mai conosciuto se non nei ricordi dei genitori o dei nonni. Un pezzo importante della nostra identità verrà così trasmessa ai carottesi di oltreoceano. Mi viene in mente il racconto che nel 2006 l’Arciconfraternita della Morte ed Orazione propose la notte del venerdì santo e che potete leggere qui, forse il sogno dell’emigrante di oltre 100 anni fa si potrà avverare. L’impegno che da qui possiamo e dobbiamo prendere con loro è di non lasciarli soli, di seguirli affinchè oltre che nei segni la tradizione venga ricreata anche nello spirito. Si potrebbe ad esempio organizzare una videoconferenza con la presenza dei Priori delle nostre Confraternite. Insomma le nuove tecnologie sono servite a diffondere e preservare le nostre tradizioni e serviranno ancora di più in futuro, basta solo saperle usare.
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