“Io vi dico in verità: i pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel Regno di Dio”
(Matteo 21, 31)
Sono un ragazzo fortunato…. sono fortunato perchè da adolescente ho incontrato sulla mia strada le canzoni di Fabrizio De Andrè. Frequentavo ancora le medie e mi capitò di ascoltare in televisione un brano di Faber “Il Pescatore” con l’arrangiamento della PFM, il giorno dopo corsi ad acquistare la musicassetta e da allora non lo abbandonai più. Sempre dalla parte degli ultimi, degli emarginati, dei “diversi”. Da ateo ha saputo meglio di chiunque altro raccontare Gesù non affidandosi al suo “ufficio stampa”, come definiva i quattro evangelisti, ma attingendo a piene mani nei vangeli apocrifi. Ci ha raccontato di un Gesù di strada, di un Dio che non si trova nei templi barocchi ma accanto a ladri e prostitute. Di un Pescatore di anime che non giudica ma accoglie chiunque lo chieda. Nell’album “la Buona Novella” che racconta la vita di Gesù dal concepimento alla morte affida a Tito, uno dei ladroni, la più feroce e veritiera critica ai Comandamenti distruggendoli uno per uno dalle fondamenta per ricondurli tutti ad un unico grande precetto “la pietà”. Nell’ultima sua canzone incisa, “smisurata preghiera”, affida a Dio tutte quelle anime che si muovono in direzione ostinata e contraria, che si distinguono dalla maggioranza piena di “parole celebrative del nulla”.
Auguro a tutti di incontrare questo tipo di musica che aiuta a riflettere, a pensare, a ragionare e a criticare… gli altri dovranno accontentarsi per tutta la vita dei pifferai magici che al suono di parole piene di nulla gli anestetizzeranno il cervello e la coscienza.
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