Ogni tanto sui social si riaffaccia l'idea del “comune unico”, un comune cioè che riunisca il territorio da Meta a Sorrento. Le motivazioni principali che i sostenitori di questa idea propongono a sostegno della loro tesi sono il risparmio economico ed una migliore gestione amministrativa.
Ma andiamo con ordine, l'unione dei comuni non solo è improponibile ma non ha alcun fondamento ne storico ne logico. I 4 comuni pur geograficamente vicini sono lontanissimi per storia e per cultura. Se qualcuno prima di agitare i suoi ditini sulla tastiera avesse avuto la pazienza di rileggersi la nostra storia si sarebbe avveduto che l'attuale suddivisione ha ragioni profondissime. Semplicisticamente uno dei recenti fautori dell'unione mi ha detto che la suddivisione ha la sua ragione nei valloni che segnano il confine geografico tra i vari comuni. Mai sentita idiozia più grande! E' vero che il confine tra Piano e Meta segue la linea del vallone ma quello con Sant'Agnello se ne discosta ampiamente. Se quello fosse il motivo della divisione Mortora e San Liborio, rioni storici di Piano, ricadrebbero nel comune di Sant'Agnello. I motivi per fortuna sono più profondi. Nel corso della storia della penisola Sorrento era una città fortificata difesa da solide mura, all'esterno di esse vi erano i casali di Meta e di Piano che erano la vera anima produttiva del territorio che i nobili sorrentini tenevano sotto il loro giogo utilizzandone i prodotti e gravandoli di tasse esose ed ingiuste. Di qui nasce l'anelito dei carottesi all'autonomia, più volte rivendicata (anche con le armi) ed alla fine conquistata. Solo un'ignoranza della nostra Storia, dei soprusi subiti dai nostri avi, delle umiliazioni patite puo' spingere qualcuno a richiedere un unione di ciò che è profondamente ed irrimediabilmente diverso.
Anche al giorno d'oggi se si decidesse di percorrere a piedi le vie dei vari comuni balzerebbero all'occhio le differenze. Scorrete mentalmente Corso Italia, quanti ingressi di hotel trovate da Meta a Sant'Agnello, credo uno solo (quasi al confine con Sorrento). Passate il ponte della vesuviana, da li in poi quanti ne trovate? E pensate al centro storico, Piano e Meta sono vicoletti aperti al traffico con negozi di ogni tipo, Sorrento è Via San Cesareo che, chiusa al traffico, pullula di negozietti di souvenir per turisti. Questo da solo dovrebbe bastare ad evidenziare l'abissale differenza tra Piano, prettamente commerciale, e Sorrento a spiccata vocazione turistica.
Detto questo poniamo per assurdo che un Sindaco carottese indegno decidesse di dare l'assenso all'unione dei comuni (purtroppo con la passata amministrazione ci siamo andati molto vicini) Piano si trasformerebbe all'istante nella periferia della grande Sorrento dove concentrare attività indesiderate e magazzini. L'amministrazione centrale certo dedicherebbe tutte le sue attenzioni, tutti gli abbellimenti urbani, tutte le cure al centro di Sorrento lasciando nell'incuria le nostre strade collinari, i nostri vicoli e i nostri parchi.
Per quanto poi riguarda il risparmio di fondi credo che gli attuali comuni sopravviverebbero trasformandosi in Municipalità per continuare a fornire i servizi essenziali ai cittadini, ritengo poco plausibile che per un certificato, per una pratica edilizia o per protocollare un'istanza ci si debba recare fino a Sorrento e quindi i costi di personale rimarrebbero sostanzialmente invariati.
Il vero risparmio, la vera razionalizzazione si puo' ottenere già oggi consorziando i comuni per tutti i servizi resi al territorio. In sintesi non bisogna unire i comuni ma i servizi. Salviamo e rispettiamo la nostra storia, NO AL COMUNE UNICO, SI ALL'UNIONE DEI SERVIZI!
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