Oggi, quasi per caso, mi sono imbattuto in una canzone di Francesco Guccini che non conoscevo e dal titolo enigmatico “Shomer ma mi llailah?”. Brano bellissimo ma sono ancor più belle le coincidenze che lo legano alla nostra storia. Ebbene si “Shomer ma mi llailah?” è un versetto della Bibbia citato in lingua ebraica, precisamente Isaia Cap. 21 versetto 11. Questo a molti non dirà nulla ma se trascrivo il versetto in italiano ecco che a tutti si aprirà la mente, in italiano il versetto suona così “Sentinella a che punto è la notte?”. Il motto scelto da don Arturo al momento di divenire Vescovo di Teano. Alla domanda la sentinella risponde “La notte sta per finire, ma l’alba ancora non è giunta. Tornate, domandate, insistete!”.
Questa metafora, come dice Guccini, è sulla condizione umana. L’uomo, da sempre, si pone domande a cui non avrà mai risposta. L’importante è proprio il non stancarsi di domandare e di tentare di scoprire la risposta. L’invito della sentinella a ritornare e domandare infinitamente, deve essere l’inno, il primo vero comandamento, di ogni uomo che, per essere tale, deve preservare la sua curiosità. La sentinella, che si percepisce come “l’infinita eco di Dio“, resta immobile a subire il tempo nell’attesa che qualcun altro venga a porgli delle domande come “un lampo secco” o un “notturno grido“. Ma è nella terza ed ultima strofa che si esemplifica appieno il significato maestoso di questa canzone (e del racconto di Isaia) dove, finalmente, il viandante è giunto e la sentinella può lanciare la sua risposta e il suo invito a non stancarsi di conoscere, di ritornare ancora e domandare ancora e ancora. E qui abbiamo la seconda coincidenza che mi salta agli occhi, Il “notturno grido” di quella domanda e l’invito a ritornare e ritornare ancora a chiedere. Quelle parole mi ricollegano alle nostre processioni notturne che andremo a vivere, cosa sono se non un peregrinare in cerca di quella risposta, in cerca di quella sentinella “infinita eco di Dio” che sappia soddisfare la nostra curiosità ma che ci inviterà a ritornare di nuovo, a rifare quel cammino che si ripete da secoli in cerca di una risposta.
Ascoltate questa canzone e pensate come sarebbe bello vederla eseguita in una delle cerimonie di uscita delle processioni notturne, peccato che finora nessuno ci abbia pensato… ma non è mai troppo tardi.