"Sà cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste, cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sà che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza...e quindi..."
così Nanni Moretti in "Caro Diario". Pensavo a questa frase qualche giorno fa quando, letto l'ultimo delirante articolo contro il Premio Arturo Esposito, mi sono avveduto che se due anni fa, quando io ed altri pochi intimi criticavamo quella manifestazione per l'indecenza di assegnare il premio per il giornalismo a Sallusti, noi eravamo un'esigua minoranza di coraggiosi, ora attaccare il Premio sembra essere divenuto lo sport preferito dai commentatori locali.
Non c'è giorno che il povero Mario Esposito, il comune e la Pro Loco non si trovino sotto attacco, articoli e post spesso ripetitivi e demagogici che puntano il dito principalmente sui soldi pubblici spesi per realizzarlo e su un uso migliore che di essi si poteva fare. Io, che fui tra i primi (se non il primo) ad aver il coraggio di puntare il dito contro la manifestazione due anni fa, a questo gioco al massacro sinceramente non ci sto! Ora che sarei nella maggioranza, nel gregge, mi tocca abbandonare questa comoda posizione per rientrare nella minoranza esigua che cerca di mettere le cose nel giusto ordine e non critica tutto a prescindere.
Non stupitevi... non meravigliatevi e seguitemi, se volete, in queste mie considerazioni, forse impopolari ma che per onestà intellettuale debbo fare.
Anche quest'anno il premio penisola sorrentina presta il fianco a numerose critiche sul criterio di assegnazione dei premi e questo è inutile negarlo. Dopo l'indecenza del premio a Sallusti, dopo l'incongruenza del premio a Boffo l'anno successivo, quest'anno, siccome non ci facciamo mancare nulla, giunge l'invito a Sgarbi reduce da un spettacolo di una volgarità assoluta in tv e con una storia personale non certo limpidissima. E sin qui le critiche sono meritatissime e sacrosante.
Purtroppo però c'è chi va oltre ed ogni giorno ci assilla con post ripetitivi che vertono tutti sull'aspetto economico. E' vero che 190.000 euro per un premio letterario sono tanti ma quei fondi se sono qui a Piano lo si deve all'abilità di Mario Esposito nell'intercettarli e nel conquistarli. Essi sono fondi Regionali destinati al turismo e vengono assegnati in base ai progetti presentati, se il premio Penisola Sorrentina non ci fosse stato non ci sarebbero stati nemmeno quei fondi. E' pura demagogia scrivere che quei soldi sarebbero potuti servire ad altri e più nobili scopi perchè senza Mario Esposito quel piccolo tesoretto ora se lo starebbe godendo qualche altro comune. E' giusto ribadirlo con forza, Mario Esposito per l'esperienza che ha, per le conoscenze e la rete che ha avuto l'abilità di crearsi è una RISORSA per Piano di Sorrento e non merita gli attacchi, anche personali, cui è stato sottoposto. La rilevanza che il premio ha assunto a livello nazionale è testimoniata dai patrocini di altissimo livello di cui gode. E' ovvio che avendo raggiunto un tale livello di notorietà il Premio Penisola Sorrentina non ha alcuna utilità a pubblicizzare a pagamento i suoi appuntamenti sui giornali locali e questa forse è la colpa di Mario, forse acquistare qualche paginetta pubblicitaria su i giornali locali, qualche bannerino sui siti peninsulari avrebbe garantito a lui commenti più favorevoli se non dei veri e propri panegirici.
Detto questo l'auspicio è che per le edizioni future ci sia più trasparenza e logica nell'assegnazione dei premi. Vi è una fantomatica giuria di qualità di cui nessuno conosce la composizione che decide i nomi di coloro che verranno insigniti dei riconoscimenti secondo criteri non chiarissimi. Il premio potrebbe assumere maggiore autorevolezza se ad assegnarlo fossero veramente i cittadini della Penisola Sorrentina. Con le moderne tecnologie si potrebbe pensare ad un sondaggio in rete basato su una triade di nomi scelti per ogni categoria da una commissione composta da persone ben identificate e qualificate. Insomma vi è molto, moltissimo da migliorare ma con certi atteggiamenti rischiamo di buttare il bambino con l'acqua sporca.
Non c'è giorno che il povero Mario Esposito, il comune e la Pro Loco non si trovino sotto attacco, articoli e post spesso ripetitivi e demagogici che puntano il dito principalmente sui soldi pubblici spesi per realizzarlo e su un uso migliore che di essi si poteva fare. Io, che fui tra i primi (se non il primo) ad aver il coraggio di puntare il dito contro la manifestazione due anni fa, a questo gioco al massacro sinceramente non ci sto! Ora che sarei nella maggioranza, nel gregge, mi tocca abbandonare questa comoda posizione per rientrare nella minoranza esigua che cerca di mettere le cose nel giusto ordine e non critica tutto a prescindere.
Non stupitevi... non meravigliatevi e seguitemi, se volete, in queste mie considerazioni, forse impopolari ma che per onestà intellettuale debbo fare.
Anche quest'anno il premio penisola sorrentina presta il fianco a numerose critiche sul criterio di assegnazione dei premi e questo è inutile negarlo. Dopo l'indecenza del premio a Sallusti, dopo l'incongruenza del premio a Boffo l'anno successivo, quest'anno, siccome non ci facciamo mancare nulla, giunge l'invito a Sgarbi reduce da un spettacolo di una volgarità assoluta in tv e con una storia personale non certo limpidissima. E sin qui le critiche sono meritatissime e sacrosante.
Purtroppo però c'è chi va oltre ed ogni giorno ci assilla con post ripetitivi che vertono tutti sull'aspetto economico. E' vero che 190.000 euro per un premio letterario sono tanti ma quei fondi se sono qui a Piano lo si deve all'abilità di Mario Esposito nell'intercettarli e nel conquistarli. Essi sono fondi Regionali destinati al turismo e vengono assegnati in base ai progetti presentati, se il premio Penisola Sorrentina non ci fosse stato non ci sarebbero stati nemmeno quei fondi. E' pura demagogia scrivere che quei soldi sarebbero potuti servire ad altri e più nobili scopi perchè senza Mario Esposito quel piccolo tesoretto ora se lo starebbe godendo qualche altro comune. E' giusto ribadirlo con forza, Mario Esposito per l'esperienza che ha, per le conoscenze e la rete che ha avuto l'abilità di crearsi è una RISORSA per Piano di Sorrento e non merita gli attacchi, anche personali, cui è stato sottoposto. La rilevanza che il premio ha assunto a livello nazionale è testimoniata dai patrocini di altissimo livello di cui gode. E' ovvio che avendo raggiunto un tale livello di notorietà il Premio Penisola Sorrentina non ha alcuna utilità a pubblicizzare a pagamento i suoi appuntamenti sui giornali locali e questa forse è la colpa di Mario, forse acquistare qualche paginetta pubblicitaria su i giornali locali, qualche bannerino sui siti peninsulari avrebbe garantito a lui commenti più favorevoli se non dei veri e propri panegirici.
Detto questo l'auspicio è che per le edizioni future ci sia più trasparenza e logica nell'assegnazione dei premi. Vi è una fantomatica giuria di qualità di cui nessuno conosce la composizione che decide i nomi di coloro che verranno insigniti dei riconoscimenti secondo criteri non chiarissimi. Il premio potrebbe assumere maggiore autorevolezza se ad assegnarlo fossero veramente i cittadini della Penisola Sorrentina. Con le moderne tecnologie si potrebbe pensare ad un sondaggio in rete basato su una triade di nomi scelti per ogni categoria da una commissione composta da persone ben identificate e qualificate. Insomma vi è molto, moltissimo da migliorare ma con certi atteggiamenti rischiamo di buttare il bambino con l'acqua sporca.
1 commento:
Condivido nella sostanza il suo ragionamento.Ho assistito anni fa in prima persona ad una riunione dove un esperto in materia di fondi europei spiegava come intercettarne alcuni spingendo le persone presenti ad impegnarsi per elaborare un progetto da presentare per non perderli, fregandosene dell'assoluto disinteresse di tutta la platea verso l'argomento.Platea che era sostanzialmente più interessata a studiare e discutere iniziative per affrontare problemi reali e sentiti
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