Lo voglio ricordare riproponendovi un opuscolo pubblicato dal nostro Comune nel 1988, purtroppo non ho le possibilità per regalarvi una ristampa (cosa che magari sarebbe stata opportuna in una simile ricorrenza) e vi dovrete accontentare di un file ma spero gradirete lo stesso. Lo faccio con l’auspicio che presto si provveda a porre una lapide in via Bagnulo nel luogo dove nacque e morì un Eroe che l’Italia ci invidia.
Un voto di una moglie per grazia ricevuta nel tempo arroventato della seconda guerra mondiale rivolto a Santa Rita, la santa degli impossibili e della rosa perché il marito, dato disperso per ben tre volte ritornasse incolume, diventa il filo conduttore del racconto che si snoda all’ombra del campanile della Cappella di Santa Maria delle Grazie nel Borgo di San Liborio. Si raccontano le tradizioni di questa Comunità dove si apprezzano ancora i valori di una vita semplice e serena nel rispetto delle proprie radici e di una terra fertile che intreccia il verde degli agrumeti e uliveti ai filari di rose profumate e proprio il fiore della rosa conduce a scoprire il forte senso di devozione del Borgo.
Il sindaco Giovanni Ruggiero e l’Assessore alle Pari Opportunità Rosa Russo, che hanno dato il patrocinio della Istituzione Comunale affermano “ si mettono in evidenza le devozioni, le feste, le consuetudini celebrate nel mese di maggio dedicato alla Madonna, alla Festa della Mamma e al Messaggio universale dell’amore, della fede,del perdono, della solidarietà, della dedizione, del costruire la pace, valori che devono essere scanditi in ogni donna nella sua missione di madre e di generatrice di vita”.
La rosa in questo Borgo è protagonista di antiche consuetudini religiose, è la regina dei fiori, grazia delle piante, dolcezza d’amore nel trascorrere del tempo dal passato al presente di testimonianze storiche, leggendarie, letterarie, mistiche, e dell’intrecciarsi con Caterina Volpicelli, la Santa che qui visse per dieci anni e ne scandì il percorso di fede. Anche Santa Rita è venerata nel Borgo per aver protetto e condotto sano e salvo il comandante Gaetano Iaccarino nella sua casa a San Liborio, per tale motivo ogni anno la famiglia celebra in suo onore il 22 maggio il rito della Santa Messa nello splendore delle rose rosse che adornano l’altare della Cappella. ritmata da Musica sacra e canto a cura di Nino D’Esposito e Francesco Iovine
Le offerte volontarie raccolte per il libro contribuiranno alla ristrutturazione della Sagrestia della Cappella.
Tutto iniziò in una fredda sera d’inverno di 25 anni fa nella Tipografia La Moderna di Piano di Sorrento grazie al genio di Lorenzo Piras. Da quello che all’epoca era il vero centro culturale della Penisola Sorrentina prendevano vita decina di iniziative ed eventi, ad idearli era un gruppo di persone che avevano un unico comune denominatore, l’amore disinteressato per la cultura e per l’arte, a realizzarli l’infaticabile Lorenzo. Solo per citare alcuni di questi eventi basterà ricordare le mostre in Via S. Michele (largo cadolini), alla Prora (attuale centro anziani) e poi alla galleria Iaccarino di Corso Italia, ACLI Arte (sotto i portici di Piazza Cota), la Meta marinara, la Settimana del Mare, la Via Crucis Arte, etc.
Nel 1991 le confraternite carottesi decisero di darsi una sorta di autoregolamentazione per porre fine a discussioni e contrasti sui percorsi e precedenze, questo accordo è noto come “Incipit Vita Nova” (nome assegnatogli da don Alfredo Amendola). In questo nuovo clima si inserisce l’idea di Lorenzo di dare vita ad una pubblicazione che ogni anno raccogliesse il programma della Settimana Santa corredato da una serie di scritti e documenti a cura delle stesse confraternite, ad impreziosire il tutto si pensò di far realizzare la copertina da un’artista locale sempre diverso. L’idea fu vincente e sopravvive tuttora allargato a tutte le confraternite della penisola.
Nella prima pubblicazione di cui vi faccio dono (spero gradito) la copertina venne curata dal maestro Schisano. All’inizio troverete un breve intervento di don Alfredo che però ha un valore molto alto in quanto è una sorta di Atto di Nascita dell’Incipit. Sfogliandolo vi imbatterete nei percorsi dell’epoca, ma anche nei testi degli inni, qualcuno di essi ormai è stato dimenticato come l’Inno dell’Annunziata che cantavano alternandolo a “Pietà Signore” di Stradella, qualche anno dopo giungerà il “Genti Tutte”!
Spero gradiate questo piccolo regalo e chissà che in futuro non riesca pubblicare anche tutti gli altri volumetti…. Buona lettura a tutti gli appassionati.
